Scheda Artistica

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Vassilissa e la Babaracca

con Bruno Soriato e Annabella Tedone
disegno luci Tea Primiterra
scene Bruno Soriato
musiche originali Mirko Lodedo e Francesco Bellanova - Casarmonica Edizioni
costumi Raffaella Giancipoli
tecnico di scena Angelo Piccinni
cura della produzione Annabella Tedone
regia Raffaella Giancipoli
con il sostegno di Explorer/Spazio PolArtis, Res Extensa, Sistema Garibaldi, Armamaxa Residenza Teatrale, Teatro delle Condizioni Avverse
si ringrazia Compagnia Burambò e Senza Piume Teatro

Vassilissa è una bambina abituata a dire sempre sì, solo sì, sì mamma, si papà, sì a tutti pur di essere amata. E' una bambina brava e ubbidiente, la figlia perfetta che qualunque genitore vorrebbe: non si oppone, non protesta, non fa nulla di diverso da quello che gli viene chiesto. Vassilissa si prende cura degli adulti come se l'adulta fosse lei, a tal punto che quando la mamma muore è lei a rassicurare il padre accettando che si risposi. Poco prima di morire, la mamma dona a Vassilissa una bambolina alla quale chiedere aiuto in caso di difficoltà. Difficoltà che non esitano a presentarsi quando entra nella nuova casa: non appena il padre parte per un lungo viaggio d'affari, la nuova moglie rivela presto il suo cuore di matrigna e costringe Vassilissa ai lavori più umili e faticosi. Esasperata dalla piccola adulta che si ritrova in casa, la matrigna la manda con l'inganno nel bosco a cercare il fuoco dalla Baba Jaga, certa che non farà più ritorno. L'unica ad avere il fuoco sempre acceso è la terribile strega che vive arroccata nella Babaracca, la casa selvaggia con occhi di fuoco con la quale riduce i bambini in polpette. La Baba Jaga invece tiene Vassilissa con sé promettendole il fuoco se riuscirà a superare delle prove impossibili. Grazie all'aiuto della bambolina e alla vicinanza con questa strega da cui tutti fuggono, Vassilissa scopre che non è poi così terribile dire ciò che si pensa per davvero, correndo il rischio di non essere accettati; scopre che il sì ha senso perché c'è il no, che si può essere amati anche quando non si è d'accordo.

Spettacolo consigliato dai 6 anni in su

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Scheda Tecnica

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SCHEDA TECNICA
 
Esigenze tecniche:
•          Spazio scenico minimo m. 8 x 6 x 4,5 (Lar x Pr x Alt)
•          Quintatura nera all’italiana + fondale nero
•          Oscurabilità totale
•          Carico elettrico: 10 KW con allaccio 32A (3F+N+T)
•          Scala per puntamenti
•          Necessità di posizionare la postazione di regia a fondo sala, in posizione centrale
•          Utilizzo della macchina del fumo e di fiamme libere durante lo spettacolo (candela)
 
Informazioni logistiche:
•          Durata spettacolo: 55’
•          Tempo di montaggio: 5 ore
•          Tempo di smontaggio e carico: 2 ore
 
MATERIALE TECNICO
 
Illuminotecnica:
•          n. 6 PC 1000 W con bandiere e telai portagel
•          n. 5 PAR64 CP60 1000W con telai portagel
•          n. 17 PAR36 30W 6V (superlucciole) *in dotazione della compagnia
•          n. 5 basi per fari a terra
•          cavetteria adeguata allo spazio con 10 sdoppi
•          18 ch dimmer
•          cavo segnale 5 poli da dimmer a postazione regia
•          macchina del fumo
 
Audio:
•          impianto di amplificazione adeguato allo spazio con monitor a fondo palco
•          ciabatta audio da palcoscenico a postazione di regia
•          n. 1 mixer audio 4 IN + 2 OUT + MONITOR
 
REFERENTE TECNICO:
Angelo Piccinni
338 5737827
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L'organizzazione provvederà a eventuali permessi di transito e sosta in zona a traffico limitato.
Si richiede la presenza in loco di un referente tecnico del teatro per le necessarie informazioni.
 

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Scheda Didattica

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SCHEDA DIDATTICA

Trama

La storia prende avvio da un avvenimento molto drammatico: la madre di Vassilissa, la bambina protagonista della fiaba, muore. Sul letto di morte, lascia alla figlia una bambola, che la aiuterà nei momenti di difficoltà. Dopo poco tempo il padre, spesso chiamato lontano da casa dal suo commercio di stoffe, non volendo lasciare sola la bambina si risposa con una donna e Vassilissa accetta senza protestare questa nuova condizione per il bene del padre. La nuova moglie non vuole essere chiamata mamma dalla bambina, preferisce farsi chiamare matrigna e rivela presto la sua indisposizione nei suoi confronti: appena il padre parte per un lungo viaggio, la matrigna sottopone Vassilissa ad ogni tipo di angherie, dissimulate con subdola gentilezza. Un giorno, esasperata dalla grande forza che la bambina rivela difronte ai suoi maltrattamenti, la matrigna spegne volontariamente il fuoco lasciando la casa al freddo e al buio e, facendo leva sull’iper-responsabilità di Vassilissa, la costringe ad andare nel bosco a cercare la Baba Jaga, la strega selvaggia che custodisce il fuoco e che ha fama di ridurre in polpette tutti i bambini che le si avvicinano. La Baba Jaga vive arroccata in una baracca che si è costruita mettendo insieme pezzi di rottami, con due enormi zampe di tubi che la strega manovra dall’interno come un vero e proprio carro armato. L’aspetto repellente della Baba Jaga e della sua casa, la Babaracca, attingono alla sfera del mondo animale e si propongono come totale alterità, da cui Vassilissa è respinta e allo stesso tempo attratta poiché custodiscono una gioiosa forza vitale di cui la protagonista ha bisogno. La strega la tiene con sé ma per ottenere il fuoco Vassilissa deve superare delle prove: lavare i panni, riordinare la casa e dividere il grano buono da quello cattivo, tutti compiti che senza l’aiuto della sua bambola sarebbero per lei impossibili da eseguire. Ciò che guida inizialmente Vassilissa è la volontà di conquistare il fuoco come dovere nei confronti di suo padre e della matrigna, un dovere che si trasforma durante la permanenza dalla strega in possibilità di crescita e cambiamento della protagonista. Vassilissa ottiene il fuoco nel momento in cui scopre di poter affermare se stessa, riuscendo a nominare il suo disappunto senza più il terrore di non essere accettata.

Temi prevalenti

A partire dalle tematiche principali della fiaba popolare russa, "Vassilissa la bella", si affronta il tema della morte e dell'abbandono, la familiarizzazione con l’alterità e lo sviluppo dell’interiorità istintuale. Nella nostra versione della storia si pone l'accento sul percorso di definizione dell’identità, sul bisogno del bambino di essere accettato e sul tema dell'iper-responsabilizzazione dei bambini spesso trasformati in genitori dei loro genitori.

Riferimenti all'esperienza del bambino

Difficoltà del bambino ad affermare se stesso, il proprio sentire, il proprio pensiero per paura di non essere amato; bisogno del bambino di essere visto, riconosciuto, accettato; esperienze di separazione e abbandono, in senso stretto o figurato.

Metodologie di lavoro

La produzione nasce da un lavoro di ricerca con e sul mondo dell’infanzia, attraverso laboratori condotti nelle scuole e nei centri per minori del territorio, dove abbiamo raccolto disegni, scritti e immagini prodotte dai bambini. Parallelamente al lavoro di ricerca con l'infanzia, abbiamo interrogato la scena attraverso l'elaborazione di immagini, l'improvvisazione sui temi della storia, la costruzione della scenografia e la scrittura scenica dove la parola scritta e quella improvvisata si sono nutrite e modificate a vicenda. Ci siamo avvalsi della collaborazione di un sapiente musicista pugliese, Mirko Lodedo, che ha composto le musiche originali dello spettacolo, e per il lavoro degli attori con gli oggetti dello sguardo di una esperta del teatro di figura, Daria Paoletta; queste competenze hanno arricchito e integrato il lavoro durante un anno e mezzo di produzione. Il potere del fuoco come fonte di energia è alla base della scelta dell’ambientazione in linea con la corrente steampunk, una corrente artistica che si basa sulla domanda “Come sarebbe il futuro se fosse avvenuto nel passato?” - dove per “passato” si fa perlopiù riferimento al secolo XIX, epoca dell’esplosione mondiale dell’industria grazie all’applicazione delle macchine a vapore (in inglese, “steam”) alimentate a fuoco di carbone. La trasformazione della protagonista riverbera nella scena, in cui un unico corpo centrale prende la forma di letto, di casa, di baracca. La polimorfia del macchinario scenico rispecchia i diversi aspetti del luogo “casa” sottolineati nei vari momenti della storia: il calore e la semplicità della casa materna, il gelo e la cupezza di quella della matrigna, la repellenza e la vitalità della baracca della Baba Jaga. La sua costruzione è partita dal recupero di materiali e oggetti di uso comune (tubi, vecchi strumenti di misurazione, utensili e strumentazioni in disuso, ecc.) e si è sviluppata dal gioco evolvendo in un processo di stratificazione, seguito da una rielaborazione scenografica rivolta a valorizzarne la carica evocativa. Riferimenti metodologici essenziali per l’approccio all’immaginario infantile rimangono: • Mario Bolognese, “Verso una pedagogia del mito” • Vladimir Propp, “Morfologia della fiaba” • Bruno Bettelheim, “Il mondo incantato”

Fonti utilizzate

Fonti letterarie e cinematografiche: • Aleksandr N. Afanasjev, “Antiche fiabe russe” • Luigi dal Cin, “Nel bosco della Baba Jaga” • Clarissa Pinkola Estès, “Donne che corrono coi lupi” • Franz Marie-Louise von “Il femminile nella fiaba” • Rébecca Dautremer e Tai-Marc Le Than, “Babayaga” • Il filone della narrativa fantastica-fantascientifica Steampunk e in particolare il genere "steampunk fantasy" (tra cui i capolavori di animazione di Hayao Miyazaki “Il castello errante di Howl” e “Laputa”, “Tideland” di Terry Gilliam e “Lemony Snicket’s” di Brad Silberling)

Tecniche e linguaggi utilizzati

Teatro d’attore e teatro di oggetti

Fascia d'età

6-11 anni

Durata dello spettacolo

55’

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Video

Locandina

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locandina Vassilissa

Rassegna Stampa

KLP - KRAPP'S LAST POST, 2/01/2018  "Teatro ragazzi. The best of 2017" [Leggi sul sito]

Kuziba ci racconta ancora una volta ma in modo esemplare, la famosa storia di Vassilissa, la bambina coraggiosa che viene mandata dalla matrigna a cercare il fuoco dalla Baba Jaga. Figurativamente splendida questa versione della fiaba russa (molto bravo Bruno Soriato, qui scenografo e anche attore, che si è ispirato chiaramente al mondo di Hieronymus Bosch per costruire tutti gli ambienti in cui si svolge la storia) che sa creare atmosfere di paura e speranza con pochissimi tratti dove le musiche di Mirko Lodedo e Francesco Bellanova sono fondamentali per catturare l’emozione dei bambini e dove finalmente un’attrice Annabella Tedone è una bambina e non fa finta di esserlo.
Mario Bianchi

PLANETARIUM - Osservatorio sul teatro e le nuove generazioni, 25/05/2017 [Leggi sul sito]

Abbiamo però visto anche esperimenti più raffinati, come Vassilissa e la Babaracca di Kuziba, che in una scena cupa e ambrata organizza una meditazione sulla dualità tra accettazione e rifiuto. A partire dalla leggenda slava della Baba Jaga, la strega dei boschi che nella fiaba slava schiavizzava Vassilissa la bella, prende forma una sorta di “preferirei di no” bartlebyano usato come forma di redenzione a una totale remissività. Pur scontando qualche affanno nella gestione della corporeità dei due interpreti (divisi dalla baracca mobile che da elemento di meraviglia si trasforma presto in ingombrante architettura), la regia di Raffaella Giancipoli compone una guida originale verso un’iniziazione all’età adulta. Che infatti raccoglie e posiziona bene l’attenzione, con pochi segni e molta semplicità.
Sergio Lo Gatto

EOLO - Rivista online di teatro ragazzi, 25/05/2017 [Leggi sul sito]

Bruno Soriato e Annabella Tedone diretti da Raffaella Giancipoli per Kuziba teatro, con il fondamentale apporto del disegno luci di Tea Primiterra, delle scene dello stesso Soriato e delle musiche originali di Mirko Lodedo e Francesco Bellanova ci raccontano ancora una volta, ed in modo esemplare, la famosa storia di Vassilissa, una bambina davvero brava e ubbidiente. La madre prima di morire le ha donato, una bambolina, una bambolina alla quale chiedere aiuto in caso di difficoltà. Difficoltà che non esitano subito a presentarsi. Non appena il padre infatti parte per un lungo viaggio d'affari, la nuova moglie rivela presto il suo cuore di matrigna e costringe Vassilissa ai lavori più umili e faticosi. Esasperata dalla piccola adulta che si ritrova in casa, la matrigna la manda con l'inganno nel bosco a cercare il fuoco dalla Baba Jaga, certa che non farà più ritorno. L'unica ad avere il fuoco sempre acceso è la terribile strega che vive arroccata nella Babaracca, la casa selvaggia con occhi di fuoco con la quale riduce i bambini in polpette. La Baba Jaga invece tiene Vassilissa con sé promettendole il fuoco se riuscirà a superare delle prove impossibili. E Vassilissa ci riesce perfettamente aiutata dalla sua bambola che tiene amorevolmente in tasca. Tornata a casa dalla madre sarà una bambina assai diversa, capace anche di dire di no e di pensare con la propria testa. Figurativamente splendida questa versione della fiaba russa (molto bravo Soriato che si è ispirato chiaramente al mondo di Hieronymus Bosch) che sa creare atmosfere di paura e speranza con pochissimi tratti dove le musiche di Mirko Lodedo e Francesco Bellanova sono fondamentali per catturare l'emozione dei bambini e dove finalmente un'attrice, Annabella Tedone, è una bambina e non fa finta di esserlo. A nostro avviso aggiungeremmo un pizzico di ritualità in più al dono magico della bambola che è posta forse un poco in sordina. Ma finalmente uno spettacolo dove una generazione di artisti conferma la possibilità che il teatro ragazzi possa avere un futuro. 
Mario Bianchi

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