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Scheda Artistica

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Nel castello di Barbablù

con Livio Berardi, Rossana Farinati, Annabella Tedone
video animazioni Beatrice Mazzone
disegno luci Tea Primiterra
scene Bruno Soriato 
regia e drammaturgia Raffaella Giancipoli 

produzione Kuziba
con il sostegno di Sistema Garibaldi, Regione Puglia
residenze artistiche Straligut Teatro, TRAC Teatri di Residenze artistiche - Teatro CREST
si ringrazia MAT Teatro, Teatri di Bari, Biancheria Artistica Primiterra

"Ma anche tu hai paura quando sei al buio 
e ti senti solo 
e non sai dove andare?"
G., 9  anni                                                                                                                                                                

Dentro questa storia c'è un castello, dentro al castello c'è un uomo dalla lunga barba blu, e poi ci sono una giovane sposa, una sorella, una madre, due fratelli e un labirinto di corridoi, porte e scale tutto da scoprire. Dentro questa storia ci sono i giochi che si fanno al buio, i segreti sotto i tavoli, i divieti che i genitori impongono ai figli e c'è una piccola chiave che apre la porta di una stanza proibita. Proibita fino a quando lei, la giovane sposa di Barbablù, non decide di ascoltare il suo istinto e aprirla. E dietro questa porta troverà....
Nel castello di Barbablù  è un viaggio avventuroso dentro ciò che non conosciamo ancora di noi e del mondo che ci circonda, è un percorso dentro la curiosità che ci permette di sfidare le nostre paure e che ci racconta di come a volte la disobbedienza può essere un passaggio importante per diventare grandi.

Durata: 55 minuti
Età consigliata: dai 7 anni in su

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Scheda Tecnica

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Esigenze tecniche:

  • Spazio scenico m. 10 x 8 x 6 (Lar x Pr x Alt)
  • Scaletta o rampa per passaggio a vista da palco a platea
  • Quintatura nera all’italiana + fondale nero
  • Oscurabilità totale
  • Carico elettrico: 20 KW con allaccio 63A (3F+N+T)
  • Power-Box IN: 63A trifase; OUT: 3 x 380V 32A trifase + 4 x 220V 16A
  • Scala per puntamenti
  • Necessità di appendimento di un sipario di scenografia in 1° americana
  • Necessità di avvitare elementi sul palcoscenico
  • Necessità di posizionamento di un elemento scenico in proscenio a sx (davanti al sipario montato in 1° americana)
  • Americane utilizzate:  1° per sipario, 2° a m 4,50 dalla prima, 3° (controluce) a m 5 dalla prima
  • Necessità di posizionare la postazione di regia a fondo sala
  • Utilizzo della macchina del fumo/nebbia

Informazioni logistiche:

  • Durata spettacolo: 55’
  • Tempo di scarico, montaggio: 7 ore
  • Tempo di smontaggio e carico: 2 ore
    --> Qualora l'accesso al palcoscenico per carico/scarico sia particolarmente scomodo, si richiede la presenza di n. 2 facchini a carico dell'organizzazione per lo scarico e il carico delle scene. 

MATERIALE TECNICO

Illuminotecnica:

  • n. 6 PC 1000 W con bandiere e telai portagelatina
  • n. 10 PAR64 CP60 1000W con telai portagelatina
  • n. 6 PAR 64 CP62 1000W + telai portagelatina
  • n. 6 Sagomatori ETC 750W 25°- 50° + telai portagelatina
  • n. 16 PAR36 30W 6V (superlucciole)  *dotazione della compagnia
  • n. 6 basi per fari a terra
  • n. 6 scalette o stativi per tagli (h da m 1,30 a m 2)
  • cavetteria per cablare l'intero impianto, con 20 sdoppi
  • 24 ch Dimmer
  • cavo segnale 5 poli da dimmer a postazione regia
  • macchina del fumo (OUT DMX da Dimmer o splitter DMX per cablaggio segnale) *dotazione della compagnia

 Audio:

  • impianto di amplificazione adeguato allo spazio con monitor su palco
  • ciabatta audio da palcoscenico a postazione di regia
  •  n. 1 mixer audio 6 IN + 2 OUT + AUX

Video:

  •  Proiettore grandangolare con supporto per appendimento (rapporto di proiez. 0,46:1; luminosità min 3.200 Lumen) *dotazione della compagnia

REFERENTE TECNICO:

Angelo Piccinni
3385737827
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

L'organizzazione provvederà a eventuali permessi di transito e sosta in zona a traffico limitato.
Si richiede la presenza in loco di un referente tecnico del teatro per le necessarie informazioni.

 

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Scheda Didattica

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TRAMA
La fiaba di Barbablù è una delle fiabe della tradizione classica ma non popolare, e sebbene sia tra le più note, rimane la meno raccontata ai bambini per via dell'intensità di alcune immagini che descrivono donne morte, sangue e spaventose stanze segrete. La storia di Barbablù è una storia che fa paura ed è su questa paura che abbiamo deciso di porre l'attenzione.
Nel castello di Barbablù è uno spettacolo che mantiene alcuni elementi e personaggi della versione originale della fiaba "Barbablù" di Perrault, a cui si ispira, per modificarne altri. La nostra storia inizia con un fratello che si sveglia di soprassalto per le urla della sorella che come ogni notte sta facendo un incubo. Dopo l'arrivo della madre che riporta ordine nella loro stanzetta, i due si riaddormentano e Bianca riprende a sognare quell'incubo ma questa volta compaiono anche due vecchine – protettrici dei sogni dei bambini – che l'accompagneranno dentro al sogno, ovvero dentro la storia di Barbablù. L'accompagneranno per permetterle di arrivare fino alla fine, di arrivare ad aprire la stanza segreta piena di paure e di guardarle in faccia, di affrontarle. Le due vecchine aiuteranno poi Bianca a trovare il modo si salvarsi e di uccidere Barbablù. Nella nostra versione, la storia di Barbablù è  l'incubo ricorrente di una ragazzina che non riesce ad avvicinarsi alle sue paure perché iperprotetta, di una ragazzina che non ha spazio per crescere perché sua mamma lo occupa tutto, perché sua mamma non riesce a lasciarla andare, a lasciare che diventi grande.

TEMI PREVALENTI

  • La paura (paura di diventare grandi, paura di ciò che non si conosce, paura del futuro,  paura delle proprie emozioni, paura di lasciar andare i propri figli)
  • La curiosità
  • La disobbedienza

RIFERIMENTI ALL’ESPERIENZA DEL BAMBINO/A

  • La difficoltà e la fatica di crescere in un ambito familiare che trattiene e protegge oltremodo il bambino/a
  • L'affermazione di se stessi e dei propri desideri quando questi non coincidono con le aspettative dei genitori
  • La relazione con lo sconosciuto che attrae e spaventa
  • Il buio come luogo dove si concentrano tutte le insicurezze, gli incubi, le fragilità di un bambino/a e la necessità di affrontare quel buio per crescere
  • L'esperienza del disobbedire come, talvolta, atto positivo e necessario per diventare grandi
  • La possibilità di affrontare i conflitti

METODOLOGIA DI LAVORO
Al principio c'è sempre un bambino o una bambina con il quale condividiamo la nostra esperienza teatrale attraverso i laboratori. In questo principio c'è un gruppo di bambini che gioca a nascondino in teatro sfidando la paura della penombra e scoprendo una stanza segreta: una porta conduce al sottopalco, dove il buio disegna mostri e cadaveri, sangue e lamenti. Al principio di questa storia c'è la curiosità che sfida la paura, c'è la scoperta di un'oscurità che chiede di essere affrontata.
La prima fase di produzione dello spettacolo prevede la ricerca delle fonti della fiaba, sia fonti classiche che quelle 'di seconda mano', ovvero reinterpretazioni letterarie della fiaba stessa.  A questo lavoro sulle fonti si aggiunge il lavoro di ricerca audio-visiva che si nutre della visione di film, cortometraggi, albi illustrati, audio-documentari che conservano semi della storia originaria o che contengono suggestioni e visioni che nutrono lo stile e il taglio narrativo.
Da questo lavoro nasce quell'humus collettivo che permette poi la stesura della prima bozza drammaturgica e la realizzazione della scenografia, seconda fase del lavoro. La terza fase è quella del palco, in cui si indagano i temi prevalenti, si creano immagini a partire da un brainstorming sulle parole chiave, si fanno improvvisazioni a partire dalla relazione con lo spazio scenico e con al drammaturgia. Quarta fase è quella della costruzione e composizione delle scene, che si conclude con un lavoro di ripetizione continuo e di lavoro minuzioso con gli attori sull'interpretazione e la partitura fisica.
Riferimenti metodologici essenziali per l’approccio all’immaginario infantile rimangono:

  • Mario Bolognese, “Verso una pedagogia del mito”
  • Vladimir Propp, “Morfologia della fiaba”
  • Bruno Bettelheim, “Il mondo incantato”

FONTI UTILIZZATE

  • Perrault “Barbablù” in Fiabe classiche
  • Italo Calvino “Naso d'argento” in Fiabe Italiane
  • Fratelli Grimm “L'uccello strano” in Tutte le fiabe dei fratelli Grimm
  • Clarissa Pinkola Estès, “Barbablù” in “Donne che corrono coi lupi”
  • Giorgio Pressburger “Giochi di Fanciulli” Audio-documentario ispirato al quadro di Bosch
  • Gabriel Pacheco, Claudia Lossiani “Barbablù”
  • Béla BartóK, "Il castello di Barbablù"

TECNICHE E LINGUAGGI UTILIZZATI: Teatro d’attore e video animazione

FASCIA D'ETÁ: Alunni/e della Scuola Primaria (consigliato dai 7 anni), alunni/e della Scuola Secondaria di primo grado

DURATA DELLO SPETTACOLO: 55’

REFERENTE: Bruno Soriato    +39 3206476078      Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Foto

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Locandina

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Rassegna Stampa

EOLO - Rivista online di teatro ragazzi, "Maggio all'infanzia 2019" [Leggi sul sito]
 
Kuziba invece dopo averci spaventato con “Vassilissa e la Baba Yaga” ci riprova con successo “ Nel castello di Barbablù” mettendo in scena il famoso crudele personaggio inventato da Perrault, uccisore seriale di mogli , in modo immaginifico, rispettando tutti i dettami della trama. Ci riprova sempre con la regia di Raffaella Giancipoli e con le imponenti, cangianti e suggestive scenografie di Bruno Soriato che piano piano invadono la scena per mezzo di due aiutanti tra cui abbiamo riconosciuto con piacere la presenza leggiadra di Rossana Farinati. Ma non solo le scenografie rendono in modo plausibile la vicenda, grande cura è stata data agli oggetti e al loro utilizzo, le chiavi delle stanze, il grande letto nuziale e le musiche tra cui abbiamo riconosciuto una melodia di Tenco che caratterizza l’arrivo di Barbablù .E sarà un fratello, scelto tra il pubblico, a salvare la protagonista da morte certa, fermando il grande coltello che sta per ucciderla. Una versione della fiaba raffinata e coinvolgente.
Mario Bianchi
 

Teatro e Critica, 27/05/2019 "I bambini, a teatro, fanno paura" [Leggi sul sito] 

[...] è un viaggio di consapevolezza e maturazione, come d’altronde accade nel Castello di Barbablù dei pugliesi Kuziba, dove la relazione uomo-donna è attraversata dalla paura suprema, quella della morte. I simboli si affastellano sin dalle complesse e affascinanti proiezioni di Beatrice Mazzone: la porta che non deve essere aperta è anche la porta che dischiude un percorso di conoscenza; maturazione che avviene violando la regola imposta, a rischio della vita. Come per Zaches, la complessità drammaturgica va di pari passo con quella scenografica (a cura di Bruno Soriato): grandi strutture, piccoli letti a castello sui quali dormono corpi adulti rannicchiati; la relazione di ossessione e potere tra l’uomo e la donna è un filo sul quale scorrono le chiavi del destino. Crescere significa anche sopravvivere all’uomo nero.
Andrea Pocosgnich

PAC - PaneAcquaCulture, 23/05/2019 "Maggio all’infanzia in quel di Monopoli" [Leggi per intero sul sito]

La medesima cura estetica l’abbiamo ritrovata Nel castello di Barbablù di Kuziba Teatro (da 7 anni) nel quale l’inquietante favola di Perrault [...] è inserita in una poetica e insieme minacciosa cornice onirica. Sulla sinistra del proscenio un piccolo e compatto letto a castello nel quale Bianca (Annabella Tedone) e suo fratello (Livio Berardi) bisticciano ritardando il momento della nanna: un bel déjà vu di una scena del Peter Pan disneyano che diverte non poco i bambini in sala. Bianca è spaventata da un sogno ricorrente e infatti, appena Morfeo la accoglie tra le sue braccia, la viosionarietà investe la scena. Sul telo sabbia semi trasparente che la copre proiezioni di simboli stilizzati evocanti il sogno scendono a cascata sulle splendide note di Speed Limit, A Night Ride di Ezio Bosso (suoi i brani di un’ispirata colonna sonora) e due strambi personaggi illuminati dall’alto da lampade che portano in spalla, fanno da “addetti” al sogno, rapendo Bianca dormiente e trascinandola al di là di quel limite. Affascinanti e originali queste figure (Rossana Farinati e lo stesso Berardi) che impersonano il processo onirico a mo’ dei personaggi/funzioni di Inside Out. Il racconto procede con levità concretizzandosi nella mutevolezza della splendida scenografia realizzata da Bruno Soriato. Il portone del castello di Barbablù è un’istallazione su ruote che cela un’ampia pedana inclinata e che, spostata a mano dagli interpreti, diventa con loro un tutt’uno restituendo le ambientazioni e gli snodi fondamentali della vicenda... [continua]
Ilena Ambrosio

Teatro e Critica LAB, 21/05/2019, "L'incubo nel castello. Kuziba" [Leggi per intero sul sito]

Con l’atmosfera onirica di Nel castello di Barbablù, spettacolo fuori concorso della compagnia  pugliese Kuziba, si apre quest’anno In-Box verde, sezione del festival teatrale In-Box dal vivo dedicata al teatro ragazzi. Rivolto ad un pubblico di bambini dai 7 anni in su, lo spettacolo è surreale e perturbante, anche grazie alla proiezione delle video animazioni di Beatrice Mazzone. Queste fanno da sfondo e da intermezzo alla narrazione, portata avanti su un palco spoglio e in penombra, dove una scenografia essenziale viene continuamente manipolata dagli attori:  scenari diversi contribuiscono alla trasformazione degli ambienti creando un’atmosfera di sogno, dove nulla è ciò che sembra. Una scala può divenire una porta o un corridoio e una tavola un letto. Nell’oscurità si muove la figura-ombra di Barbablù, personaggio nominato ancor prima che visto, anticipato dalla madre come una figura sinistra e inquietante, ma allo stesso tempo attraente, come è attraente tutto ciò che è sconosciuto e proibito. Verso questo proibito si muove la Figlia, scegliendo di sposare l’uomo, contravvenendo ai consigli della Madre, costretta a fare i conti con il cambiamento e con il senso di solitudine e smarrimento che esso può portare con sé. La figura di Barbablù si rivela infatti fin da subito un’ombra, coperta dal suo mantello scuro, un’assenza più che una presenza, un divieto anziché una guida. Oltre al cambiamento e alla separazione, un’altra delle tematiche affrontate è quella del tabù, della proibizione aprioristica e assoluta; ancora più assoluta in quanto riguarda il castello, la casa, dunque lo spazio privato e, in qualche modo, si pone come ostacolo alla scoperta totale del proprio sé. La disobbedienza, la scoperta, non può che turbare e avere conseguenze orribili, il peccato è così grande che la sua macchia non si può lavare: la chiave è sporca di sangue. È visibile a tutti e soprattutto a Barbablù, di ritorno dal suo viaggio, il quale sa che l’unico modo per cancellare una colpa così grande è quello di purificarla attraverso la morte... [continua]
Alessandra Tonella

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Cos' è

Almeno una volta, nella sua carriera, ogni milite del fuoco sente un prurito: che cosa dicono i libri?

R. Bradbury, FAHRENHEIT 451

Il teatro ti sCarta è una micro-residenza teatrale di una settimana in una biblioteca, in una libreria o in un luogo contestuale, che prevede un cantiere di costruzione e un workshop teatrale. La residenza culmina nell’ azione teatrale partecipata FIRE NIGHT, che trasforma il luogo tramite la co-presenza degli attori della compagnia e dei partecipanti ai laboratori.

I libri sono strani oggetti, fatti di materia e insieme di qualcosa che la trascende, materiali portatori di immateriale. Questa preziosa commistione è resa innocua dalla frequentazione abituale, ma può essere riscoperta ed esplorata tramite il teatro. I laboratori si concentrano attorno all'oggetto “libro”, a partire rispettivamente dalla materia (Ogni libro è un corpo) e dal corpo (Ogni corpo è un libro).

Il progetto si articola in due laboratori e si conclude con l’azione teatrale partecipata, liberamente ispirata al libro Fahrenheit 451. Oltre al libro di Bradbury, si attraversano testi che negli ultimi decenni hanno alimentato la riflessione sul futuro della carta stampata, dei libri e della conoscenza di cui sono veicolo, dai saggi di Jeorge Luis Borges agli articoli di Umberto Eco, dalle lezioni di Italo Calvino fino alle provocazioni di Nick Horby e Daniel Pennac. All’azione prendono parte tutti i partecipanti al laboratorio, creando l’occasione per dare voce e forma a ciò che cerchiamo di conservare, ai pezzi di libri che vogliamo salvare, a quello che non trova parola per essere detto.
FIRE NIGHT è una provocazione teatrale, un modo per far vivere i luoghi della cultura rendendoli visibili alla popolazione e avvicinando al contempo le nuove generazioni alla lettura. Una occasione insolita per restituire valore al libro in un passaggio storico epocale per la scrittura, per interrogarsi insieme sul senso del leggere e su cosa ci sia di unico nella comunicazione attraverso la parola scritta per cui l’uomo non possa più (forse) rinunciarvi.

Come si svolge

Giorno 1: Arrivo della compagnia, allestimento dello spazio e piccola parata d’invito ai laboratori.

Giorni 2-4: Laboratori Sono aperti a tutti; i partecipanti prendono parte all’azione teatrale conclusiva.

BIBLIOTECA DI BABELE
Cantiere di costruzione 

Ogni libro è un corpo: ha un peso, una forma, occupa uno spazio. Come vive un libro? Come guarda? Respira? Nel laboratorio si esplora il rapporto con lo spazio e con l'oggetto. L’elemento carta è misterioso e molteplice: impressionabile, si può bruciare col fuoco e disfare con l’acqua, è forte e fragile insieme. Ciascun partecipante contribuisce alla realizzazione di nuovi elementi della Biblioteca di Babele, raccolta di libri immaginari che si sta costituendo grazie al progetto ed è fulcro dell’azione partecipata.

DONNE E UOMINI LIBRO
Workshop teatrale 

Ogni corpo è un libro, racconta e si racconta senza voce. Attraverso le basi del movimento e delle azioni fisiche si cercano possibilità di incontro e relazione “a carte scoperte”, sperimentando la coralità a partire da una pagina bianca, una presenza: il nostro corpo. Il lavoro vocale cerca il cuore della voce nel corpo, inchiostro sonoro in cerca della parola. Ciascun partecipante dà corpo e voce alle parole di un libro, diventando libro vivente nell’azione teatrale. il teatro ti offre la possibilità di essere regalo, ti scarta.

Giorno 6:
FIRE NIGHT - Notte in biblioteca
Azione teatrale partecipata
con tutti gli sCartati partecipanti ai laboratori
Gli uomini-libro che troviamo alla fine del celeberrimo libro di Ray Bradbury “Fahrenheit 451”, quelli che François Truffaut con le ultime sequenze dell’omonimo film ci ha fissato in maniera indelebile nella memoria, dopo aver vissuto per anni clandestinamente su linee ferroviarie abbandonate nella foresta, sono rientrati discretamente in città. Senza che nessuno se ne sia accorto, si sono silenziosamente accampati negli anfratti della biblioteca, in mezzo ai loro parenti di carta, dietro scaffali dimenticati. Avrebbero finito per diventare anch’essi polvere uno ad uno, se non fosse che la loro presenza non sfugge all’implacabile signora delle pulizie.
L’azione ha inizio all’esterno della biblioteca; elementi del teatro open-air contribuiscono a dare un forte impatto visivo e fungono da richiamo anche per spettatori occasionali. Prosegue poi all’interno in un percorso che trasforma lo spazio e che conduce ad una azione teatrale, accompagnando lo spettatore sulle tracce degli uomini-libro.

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Luoghi sCartati

Il progetto fino ad oggi ha sCartato le biblioteche e le librerie di:

2013

  • Giovinazzo (BA) 2013, Istituto Vittorio Emanuele / Biblioteca dei ragazzi Fondazione “Don Saverio Bavaro”

2014

  • Terlizzi (BA), Biblioteca Comunale “L. Marinelli Giovene”
  • Manfredonia (FG), Biblioteche Civiche Unificate

2016

  • Bari, Officina degli Esordi

 

  • Cos' è
  • Come si svolge
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  • Luoghi sFiorati

Cos' è

I fiori rivoluzionarono tutto. […] Con l’arrivo dei fiori, sulla terra comparvero livelli del tutto nuovi di complessità. La bellezza si rivelava una strategia di sopravvivenza. Senza i fiori, noi non esisteremmo.

Michael Pollan, La botanica del desiderio. Il mondo visto dalle piante

“Il teatro ti sFiora” è una micro-residenza teatrale di una settimana in un giardino, in un orto botanico o in una serra che prevede un cantiere di costruzione e un workshop teatrale. La residenza culmina in un’azione teatrale partecipata che trasforma il luogo tramite la co-presenza degli attori della compagnia e dei partecipanti ai laboratori.

La residenza si propone come un’esplorazione del giardino come luogo interiore e delle possibili relazioni tra l’esperienza umana e la presenza vegetale. La ricchezza di metafore scaturita a partire dalle piante nelle varie tradizioni culturali, dall’inesauribile albero genealogico al percorso spirituale della “Via dei fiori” nel buddhismo zen, ci permette di tracciare dei sentieri tra espressioni così differenti di vita, la nostra e quella vegetale, percorrendo e ripercorrendo lo spazio esistente tra l’esperienza dell’estrema alterità e la sensazione di incredibile vicinanza che talvolta ci sorprende. In questa esplorazione ritroviamo preziosi scritti, vere e proprie mappe di chi ha aperto e percorso questi sentieri prima di noi, tra cui Darwin, Goethe, Machiavelli, Thoreau, Calvino, Cavazzoni.
Il teatro arriva nel giardino come un gioco in una notte di primavera, in cui farsi distrarre dal silenzio che fa crescere l’erba e schiudere le corolle… Il teatro ha un tocco leggero, ti sFiora.

Come si svolge

Giorno 1: Arrivo della compagnia

Giorni 2-4: Laboratori

CASETTE RAMPANTI
Cantiere di costruzione

A FIOR DI PELLE, A FIOR DI LABBRA
Workshop teatrale

Giorno 6:
ELEMENTI DI BOTANICA FAMILIARE

Azione teatrale partecipata
Con la partecipazione di tutti gli sFiorati partecipanti al laboratorio

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Luoghi sFiorati

Il progetto fino ad oggi ha sFiorato i giardini di:

2016

  • Bari, Museo Orto Botanico, Università degli studi “A. Moro”
  • Molfetta (BA), Festival “Ti fiabo e ti racconto”
  • Scheda Artistica
  • Scheda Tecnica
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Scheda Artistica

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Fiori del deserto
Fatti e anfratti di eremiti mediterranei

un trittico teatrale con Livio Berardi, Rossana Farinati, Bruno Soriato

musiche originali Fabio Trimigno
cura del movimento - Feldenkrais Rossana Farinati 
costumi Angela Gassi
amministrazione Beppe Strafella, Annabella Tedone 
testo e regia Bruno Soriato

un progetto di Kuziba 
con il sostegno di sistemaGaribaldi, Ministero della Cultura, Regione Puglia e Teatro Pubblico Pugliese
nel contesto di "Culture in Cammino" TheRout_Net Thematic Routes and Networks, Interreg Grecia-Italia 2014/20
in collaborazione con Abbazia di Pulsano, Bottega degli Apocrifi 

Eremiti?! Ce ne sono ancora? Dall'antichità fino ad oggi ci sono figure che, collocandosi ai margini della società e abitando in luoghi appartati, hanno contribuito e contribuiscono ancora in modo determinante al pensiero e all'identità della società stessa. In terra di Puglia, le gravine della murgia materana e i valloni del Gargano sono luoghi di straordinaria suggestione che a partire dal medioevo, in modo analogo ad altre località lungo tutte le coste del mediterraneo, sono stati popolati da eremiti e monaci in maniera molto intensa, al punto da far guadagnare ai secondi la nomea di deserto monastico garganico. Tra queste figure, spiccano quelle di san Giovanni da Matera e dei suoi seguaci, detti “gli Scalzi”: vero e proprio san Francesco del sud ante litteram, Giovanni l’eremita nasce nel 1129 e dopo aver dato vita ad un convento a Ginosa, vicino a Taranto, fonda presso l’abbazia di Pulsano sul Gargano un nuovo ordine monastico, destinato ad avere nei secoli successivi grande diffusione in tutta la penisola. 
Il trittico si compone di tre narrazioni che, attraverso le voci dei rispettivi interpreti, danno modo di assaporare diverse vicissitudini nell’arco di sette secoli: partendo dalla confessione dell’ultimo monaco pulsanese disposto a tutto pur di non cambiare tonaca,  incrocia la storia di una donna che per quarant’anni si finge uomo pur di abbracciare la vita eremitica sotto il nome di romito Alberto, per approdare infine alle vicende di due diavoli alle prese con Giovanni da Matera e Guglielmo da Vercelli, entrambi santi e fondatori di due differenti ordini monastici. Ripercorrere queste vite ed evocare alcuni frammenti di quelle esperienze è un modo per ricontattare una radice profonda e dimenticata della spiritualità mediterranea.

Durata: 75’

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Scheda Tecnica

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Lo spettacolo è realizzabile sia al chiuso che all'aperto.
Esprime appieno il suo senso se collocato in contesti che valorizzano le storie narrate (eremi, chiesette, chiostri...) e soprattutto se accostato a un breve percorso che il pubblico possa fare a piedi - come un tempo faceva chi, appunto, cercava un incontro con chi viveva nel deserto.

SCHEDA TECNICA (ALLESTIMENTO AL CHIUSO)

Esigenze tecniche:
•    Spazio scenico minimo m. 5 x 4 (Lar x Pr)
•    Oscurabilità totale
•    Carico elettrico: 6 KW su 380 Volt (trifase), fornito di quadro elettrico         
•    Scala per puntamenti

Informazioni logistiche:
•    Durata spettacolo: 75’
•    Tempo di montaggio e prova: 4 ore
•    Tempo di smontaggio e carico: 1 ora

Materiale illuminotecnico:
•    n. 3 PC 1000W con bandiere 
•    n. 2 PAR64 CP60 1000W con telai portagelatina
•    n. 2 PAR64 CP62 1000W con telai portagelatina 
•    n. 2 Sagomatori ETC 750W 25°-50° 
•    6 ch dimmer
•    Consolle manuale doppio banco o con banchi di memoria (submaster) con manuale della consolle 
•    n. 2 scalette per taglio
•    n. 3 piantane o manfrotti per fari a terra (H m 4)

REFERENTE TECNICO:
Bruno Soriato
320 6476078

L'organizzazione provvederà a eventuali permessi di transito e sosta in zona a traffico limitato.
Si richiede la presenza in loco di un referente tecnico per le necessarie informazioni ed eventualmente per la programmazione della consolle.


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