Il Progetto

Il teatro che non c’è scalpita, ribolle, è in fermento. Emerge quando favoriamo la formazione delle condizioni adatte alla vita di quelle che chiamiamo azioni teatrali partecipate, momenti condivisi tra persone che fanno spazio perché qualcosa di extra-quotidiano possa accadere. Festa teatrale, occasione che chiede di essere abitata con qualità diversa da quella di tutti i giorni, esperienza di gioco e trasformazione che possa aprire una fenditura nel noto per sperimentare insieme la potenza di un piccolo cambiamento.

Tra le molteplici forme di questa ricerca ne abbiamo scelte alcune, collocandole nei contesti specifici che danno loro i nomi: piazza, biblioteca, porto, campo, giardino. Un movimento verso spazi ampi che impasta percorsi ed ingredienti di Land Art, happening e teatro open-air per tornare a luoghi dove il teatro è nato e da cui ha preso forme, gesti, letteratura, materia, nodi e nomi.

Si tratta di residenze artistiche della durata di una settimana che partono da laboratori aperti alla popolazione (un cantiere di costruzione e un workshop teatrale) che condensano in un tempo limitato la possibilità di indagare un tema. Le domande da cui prendono vita le azioni si amalgamano con le esistenze dei partecipanti in modo unico e la residenza culmina nell’azione teatrale partecipata, per sua essenza irripetibile e site-specific, che trasforma il luogo tramite la copresenza delle opere-creature realizzate e dei partecipanti ai laboratori. Il gioco del teatro ci offre la possibilità di far accadere il miracolo: trasfigurare il quotidiano e condividere con tutti uno spiraglio di immaginazione, piantando radici nel tempo futuro.